mercoledì 30 maggio 2007

Il Web 2.0, questo sconosciuto

Il termine "Web 2.0" venne coniato nel 2004 da un'intuizione di Dale Daugherty e Tim O'Really, esperti di nuovi media dell'importante casa editrice O'Reilly, con l'intenzione di descrivere un fenomeno di cambiamento e innovazione nel modo di usufruire di Internet. Perché qualcosa, negli ultimi anni, pare davvero essersi mosso online: l'utente del Web non è più un semplice spettatore. Grazie ai blog (come questo!), a siti come Flickr, YouTube e MySpace, chiunque, anche chi non conosce l'HTML o non possiede un proprio spazio web, ha la possibilità di condividere con altri utenti le proprie parole, le proprie immagini, i propri video, e di conoscere altre persone che condividono i suoi interessi e le sue passioni.
Il Web 2.0 è proprio questo: una nuova filosofia di partecipazione e condivisione applicata al Web.

Le espressioni più ricorrenti del Web 2.0 possono essere così riassunti:
  • l'esistenza di siti dove il contenuto è creato direttamente dagli utenti, come i blog e, ad esempio, l'enciclopedia online Wikipedia;
  • lo sviluppo di siti che permettono la creazione di reti sociali (social network, in inglese), attraverso la creazione di profili personali collegati tra loro, come accade in Ning;
  • la possibilità di "etichettare" i contenuti inseriti in un sito attraverso l'utilizzo delle cosidette tag, con il conseguente sviluppo di nuovi sistemi di categorizzazione dei dati non gerarchici, chiamati folksonomie, in quanto creati dalla gente stessa (folks, in inglese), invece che a monte dal creatore del sito, come ad esempio succede in del.icio.us;
  • la diffusione di siti caratterizzati da esperienze d'uso sempre più simili a quelle tipiche dei programmi desktop, grazie all'utilizzo di nuovi approcci alla programmazione web come AJAX (Asynchronous JavaScript + XML), come la famosa applicazione Google Maps.

Nessun commento: